LETTERATURA (2319)

Io condivido pienamente

Al “benpensante” a forza di pensarla come gli altri, diceva Luciano de Crescenzo, gli si è atrofizzato il cervello. E non aveva tutti i torti. 

 

 

Se avete letto Anna Karenina, vi ricorderete del marito di Anna, Aleksej Karenin. Non è un uomo malvagio, il problema di quest’uomo è che semplicemente non è un uomo. La moglie la tradisce e il suo unico pensiero, qual è? Preservare le apparenze. È il burocrate per eccellenza, tutto ciò che è sentimento, passione, amore sincero, rabbia, non trova semplicemente posto nella sua vita. Si rifiuta con cieca ostinazione di concedere ad Anna il divorzio, la vede soffrire, logorarsi nell’attesa, ma non fa nulla, non muove un dito per aiutarla. E alla fine Anna, emarginata da quella stessa società che praticava liberamente l’adulterio a patto che venissero mantenute le apparenze, si toglie la vita. 

 

 

Non essere e neanche avere ma “apparire”: ecco l’unica cosa che conta per tali individui. «Viviamo in un mondo in cui il funerale è più importante del morto, il matrimonio più dell'amore, il corpo più dell'intelletto e dell'anima della persona. Viviamo la cultura del contenitore che se ne frega del contenuto.» La cultura delle apparenze va anche a braccetto con la censura. 

 

 

Censurare, proibire, vietare, ancora oggi i moralisti come Aleksej Karenin sono in ogni dove. Sono quelli che vi vietano di leggere 1984 di George Orwell perché, secondo l’università del North Hampton, “contiene del materiale che potrebbe essere sconfortante e pericoloso“. Sono quelli che per la stessa ragione boicottano la letteratura russa o un’innocua festa popolare. Ricordate l’assurda polemica sulla cosiddetta “festa delle banane”?

 

 

Il censore non è soltanto chi vieta alle donne d’indossare una gonna o di fumare in pubblico o di divorziare. Il censore è colui che si arroga il diritto, in nome della religione, della morale, di qualsiasi idea gli passi nel cervello, di dire alle donne, alla gente, cosa pensare, cosa fare. Perché? Perché chi sente e ragiona con la propria testa e il proprio cuore non è facilmente asservibile.

 

 

G. Middei

Leggi tutto…

.

Di fronte agli sciocchi e agli imbecilli esiste un solo modo per rivelare la propria intelligenza: non parlare con loro. 

 

 

Internet, i social in particolare, sembrano aver legittimato la presunzione, l’arroganza, la maleducazione. Chiunque si sente in diritto di dirti cosa devi fare, qual è il modo giusto di pensare, cosa dovresti scrivere. Usi un dipinto in un post che per qualche ragione non piace al maleducato di turno? Sei un idiota. 

 

 

Scrivi qualcosa che urta il moralismo di un altro? Ciò che scrivi è pericoloso e fuorviante. Parli degli scrittori russi? Semplice, sei alle dipendenze dello zar. Non sto scherzando; ricordo ancora quando un signore mi accusò di strumentalizzare Socrate per promuovere una propaganda filo putiniana. Ci sono persone che sono dei muri. Letteralmente. È inutile parlare, argomentare, tentare di spiegare: loro hanno ragione e tu hai sempre torto. C’è un solo modo per evitare le critiche, diceva Aristotele, «non fare nulla, non dire nulla, non essere nulla.»

 

 

Sì, perché qualunque cosa farete, sarete sempre criticati. Dagli invidiosi, da chi è convinto di sapere tutto e meglio di voi, da chi semplicemente cerca un pretesto qualsiasi per litigare. Ci sarà sempre qualcuno che vi dirà con una vocina presentuosa «ma io invece se fossi stato al posto suo, avrei…», ci sarà sempre qualcuno che vi dirà che state sbagliando, che non siete abbastanza intelligenti, che ciò che fate o pensate non va bene. 

 

 

E sapete cosa ho capito? Che gli idioti, i presuntuosi e gli arroganti sono tanti, ma non vale la pena abbassarsi al loro livello. Oggi l’unico cosa che rimpiango è il tempo che ho sprecato con queste persone. O per dirlo con le parole del grande De Crescenzo: «Tacere non significa che non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: “Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione.”

 

 

G.Middei

Leggi tutto…

.

Io ho 80 anni, ma vi assicuro – a voi che ne avete molti meno – che quando arriverete alla mia età non sentirete differenze. La differenza arriva e si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo. Ma se si rimane ancorati e aggrappati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sempre delle sorprese. 
 
Alla mia età si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza. L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età. Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo forse l’amore è ancora più forte a cinquanta o sessant’anni. Io ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo. (…)
 
Credo anche che la mentalità di un cinquantenne è più attrezzata per cogliere i sottintesi, le metafore e la verità delle emozioni di chi canta. Anzianità non è sinonimo di saggezza. Però è più facile che i cinquantenni siano allenati culturalmente, più equipaggiati. A me piace moltissimo cantare davanti a persone che hanno più di quaranta o cinquant’anni perché hanno la predisposizione a immergersi in quello che sentono e si crea una forte empatia.
 
Roberto Vecchioni
Leggi tutto…

.

Non dovete temere la solitudine! 

 

 

«Se siete capaci di stare da soli, allora scoprirete ricchezze che nessun governo può tassare, che nessuna entità umana può corrompere, che non potranno mai essere distrutte.»

 

 

La solitudine per me è una boccata d’aria pura in un mondo fin troppo frenetico, rumoroso, dispersivo. La solitudine è amica dell’arte, della musica, della letteratura, è il “tempo e lo spazio” del pensiero, del silenzio, del raccoglimento interiore, della meditazione. La solitudine è una benedizione, ma è un frutto le cui la cui polpa viene apprezzata soltanto da pochi animi sensibili.

 

 

La solitudine per me è una compagna cara e gradita. Non fraintendetemi, amo la gente, amo la città, ma alle volte avverto il bisogno di “silenzio, di quiete”, quella quiete che è balsamo e cura alla chiacchiera continua e incessante del mondo moderno. Così mi siedo sotto un albero, ascolto lo scorrere dell’acqua, osservo una foglia che cade, il volo degli uccelli . Guardo il cielo infinito, alto, immenso. E mi domanda cosa ci sia là, dove il cielo si incendia oltre l’orizzonte. E sì in momenti come questo mi sento proprio come Leopardi e mi sembra di afferrarlo con la mano e vederlo davvero questo infinito. 

 

 

Vengo quassù per pensare. Per scrivere. Per ritrovare chi sono. Per vivere una vita segreta, libera da “servaggi, obblighi o catene”. Ed è questo che vi auguro: di assaporare voi stessi questa solitudine, di farla vostra, di fare vostra la bellezza del silenzio e dell’immaginazione. 

 

 

G.Middei

Leggi tutto…

.

«Esistono due modi per essere felici in questa vita, uno è di diventare un idiota e l’altro è di esserlo.»
 
Freud si sbagliava. C’è un modo molto più semplice, molto più facile per avere successo nella vita: imparare l’arte dell’adulazione. Vi siete mai chiesti perché tanti inetti, tanti incompetenti oggi rivestano ruoli di comando? Certo, il nepotismo ha un ruolo importante, non voglio negarlo, ma c’è anche un’altra spiegazione, molto più sottile e banale: saper ingraziarsi questa o quella persona ti spalanca tutte le porte. 
 
Sapete dove si trova il più perfetto ritratto di tale uomo? In Guerra e pace. Probabilmente se lo avete letto, non vi ricorderete di Boris. È un personaggio che passa inosservato, non ha grande talento, non è coraggioso, non brilla per intelligenza, passione o bontà, ma una cosa sa farla e sa farla molto bene: riesce ad entrare nelle grazie delle persone influenti. Costruisce così la sua fortuna. Ecco, a me è davvero rimasto impresso perché sono tanti i Boris della storia. Li si trova sempre appiccicati alla gonnella di un potente, sempre pronti a innalzarlo con l’eterna arte del servilismo. In cambio di favori, ben inteso. Ma allora essere come Boris paga? 
 
Voglio rispondervi con le parole di Diogene, il filosofo greco che molti hanno chiamato il Socrate pazzo dell’antichità. Ecco un giorno Diogene stava mangiando la sua cena, una cena semplice fatta di pane e lenticchie, quando Aristippo di Cirene andò a trovarlo. Questo Aristippo era un uomo ricchissimo che viveva nel lusso, grazie alle lodi che usava tessere a principi e re.
 
Aristippo disse a Diogene: "Vedo che stai mangiando una cena molto povera. Voglio darti un consiglio. Se tu imparassi ad essere ossequioso con il re, non saresti costretto a mangiare lenticchie." Diogene si girò verso l'amico e gli rispose: "Voglio darti anch’io un consiglio: impara ad amare le lenticchie. Se tu avessi imparato a vivere mangiando lenticchie, ora non saresti costretto ad adulare il re e a vivere da schiavo cercando di soddisfare ogni sua esigenza.»
 
G.Middei
Leggi tutto…

.

Lo scopo della fascia Alta è rimanere al potere. Lo scopo della fascia Media è prendere il posto di quella Alta. L’obiettivo della fascia Bassa, ammesso che abbia un obiettivo – perché è una caratteristica costante della fascia Bassa quella di essere troppo oberata dai lavori faticosi per prendere coscienza, se non occasionalmente, di qualunque cosa sia esterna alle preoccupazioni della vita quotidiana –, è abolire ogni distinzione e creare una società in cui tutti gli uomini siano eguali.
 
Nel corso della storia si ripete in continuazione una lotta che segue gli stessi percorsi. Per lunghi periodi la classe Alta sembra avere il controllo del potere, ma prima o poi perde la capacità di governare in maniera efficace. Viene quindi rovesciata dalla classe Media, che arruola la classe Bassa fingendo di star combattendo per la libertà e la giustizia. Non appena raggiunge l’obiettivo, la classe Media fa tornare la classe Bassa al suo vecchio ruolo servile, e diventa essa stessa la classe Alta. Oggi l’essere umano medio sta meglio di quanto non stesse qualche secolo fa. Ma nessun incremento del benessere, nessuna riforma o rivoluzione ha mai avvicinato di un millimetro la prospettiva dell’uguaglianza tra gli uomini. Dal punto di vista della classe Bassa, nessun cambiamento storico ha mai comportato qualcosa di più di un cambiamento del nome dei padroni.
 
George Orwell, 1984
Leggi tutto…

.

Avere un’opinione è un reato? 

 

 

Oggi sembra esserci un unico pensiero, un solo modo corretto ed accettabile di vedere le cose, che viene propagandato da quella che viene chiamata l’Informazione. Chiunque si discosti da tale linea viene accusato, non di avere un’opinione contraria, giusta o sbagliata che sia, ma di promuovere la disinformazione. E la disinformazione merita di essere censurata. 

 

 

Mentre i fatti, possono essere veritieri o manipolati, la nostra interpretazione di determinati fatti, di determinati eventi rientra nella sfera delle opinioni. Vi sono opinioni valide, opinioni intelligente, opinioni terribilmente ingenue o addirittura cattive, ma le opinioni sono appunto opinioni: espressione di quella sfera soggettiva che fa parte del nostro Io, del nostro vissuto personale, del nostro particolare percorso intellettuale. 

 

 

Quando si stabilisce cosa dobbiamo pensare, quali opinioni sia lecito avere, come dobbiamo o possiamo pensare, quando si viene a creare una sorta di Ministero della Verità di orwelliana memoria, allora si vengono a ricreare dei meccanismi che non sono più compatibili con il concetto stesso di democrazia. Democrazia significa rispetto delle altrui opinioni. 

 

 

Oggi invece non appena la pensi diversamente, o magari ti rifiuti di adagiarti sul comodo conformismo di massa, incontri un muro. Viviamo in una società dominata dal Pensiero Unico, dove la cultura viene strumentalizzata per fini politici, le questione etiche strumentalizzate per fini politici, dove gli stessi intellettuali non hanno il coraggio di esprimere le loro opinioni e si limitano ad accodarsi a quella che è la moda del momento, l’aria generale. Ecco, per citare Canfora: «l’altro ieri ho incontrato un tizio per la strada che mi ferma e mi dice: “Ma lei cosa pensa di quel pazzo di Putin?”. “Qualche responsabilità c’è anche dall’altra parte”, gli rispondo. “Ah”, dice l’uomo, ma allora lei la pensa come me”. Ecco a cosa siamo arrivati. All’autocensura. Siamo ridotti a questo.»

 

 

G.Middei

Leggi tutto…

I danni del fanatismo

Lo sapevate che… Ipazia venne uccisa da un gruppo di fanatici per colpa della sua intelligenza e del suo essere donna

 

 

Ipazia nacque intorno al 370 d.C. ad Alessandria d’Egitto. Fin da piccola manifestò un’intelligenza fuori dal comune, per questo il padre le insegnò lo studio della matematica, della geometria e dell’astronomia, ma soprattutto della filosofia. Amava molto esporre il suo pensiero in pubblico per tutti coloro che desiderassero ascoltarla. Ottenne tali successi da superare di gran lunga tutti i filosofi del suo tempo. 

 

 

Tutta la città la amava e le rendeva onore, mentre le autorità la consultavano spesso sulle questioni pubbliche. Ma la fama e il rispetto di cui godeva, davano fastidio a molti. Accadde che un giorno il vescovo Cirillo passò presso la casa di Ipazia, e vide una grande folla di persone di fronte alla sua porta. Quando chiese il motivo di tutto quel clamore, gli fu detto dai suoi discepolo che quella era la casa di Ipazia: una grande filosofa che grazie al suo ingegno e alla finezza della sua intelligenza si era guadagnata il rispetto dell’intera città. Quando Cirillo seppe questo fu colpito dall’invidia e cominciò immediatamente a progettare il suo assassinio.

 

 

Roso dall’invidia, Cirillo aizzò gli animi dei Cristiani contro Ipazia, accusandola di essere una strega, una maga, una pagana. Dopo l’Editto di Tessalonica il Cristianesimo infatti era diventata la sola religione ammessa nell’Impero. Così un giorno dei fanatici si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. La accerchiarono e la trascinarono con la violenza fino a una chiesa; infine dopo averle strappato la veste e averla percossa brutalmente, la uccisero usando dei cocci e ne bruciarono i resti. Ipazia ancora oggi è considerata una martire del libero del pensiero, uccisa dal fanatismo. 

Leggi tutto…

Fard pettirosso

https://www.youtube.com/watch?v=-bxydS6pOHM

_'Fard Pettirosso'_ Un pettirosso sul davanzalePietrificato a guardare..Lieve il respiroNon te ne andare..contemplo quel fardVerso sera,e riflettendo l'arancio tramonto fa quasi pendant con il mondo.. e'l petto m'avverte..è l'inverno.Quel palpitio, che risona nel tremulo ventre, solo dei sensi è la primavera,ma fuori..fa freddo la sera..S'accorge di me pensantel'uccellinoSobbalza,una briciolae fa come l'occhiolino..almeno mi sembra..ora è giù sul tombino;due passi,un saltello..ora è in volo l'uccello.Sparisce sfumando oltr'orizzonte,Scure le fronde salutano il soleIndurisce la terrain quel delle aiuolePresto gradito sarà, quel raggio ch'ordito scioglieràE come il fiocco di neve,sempre diverso dal prima e a seguire,non mancherò di stupore,ne finirà di stupire.. Alberto C.
Leggi tutto…
RSS
Inviami una notifica quando vengono nuovi articoli in questa categoria –