Pubblico il mio commento a "La Bellezza secondo Galimberti", video di youtube.
Sono d’accordo, la Bellezza salverà il mondo. Galimberti sostiene che la bellezza sia la legge segreta della vita ma che non andrebbe concettualizzata, non andrebbe assolutizzata, non andrebbe accompagnata alla Verità. Lui insiste molto sulla percezione sensibile della bellezza e sui pensatori che concordano con ciò. È, a mio avviso, un discorso un po’ relativistico, che non mi trova d’accordo. Secondo me oggi occorre distinguere tra tutto ciò che ci viene proposto a modello di bellezza solo perché nuovo o giovane e ciò che è bello davvero, cioè “ciò che è bello perché anche vero”. Bellezza e Verità devono quindi andare abbracciate, non distinte, come invece sostiene Galimberti. Concordo con lui sul fatto che oggi spesso si tenda a considerare bello solo ciò che è utile, senza badare a ciò che è bello veramente (e qui lui si contraddice, riconoscendo il valore della Verità e della Santità, che pochi secondi prima non ammetteva). Anche il suo riconoscimento del ruolo della Chiesa nella storia dell’arte mi trova d’accordo, come il suo dire dell’importanza dell’incanto e del significato dell’opera d’arte che non si esaurisce con il visibile, ma va verso l’invisibile. La bellezza inquieta, secondo lui, perché muove, smuove e stimola. Vero, ma c’è anche la Bellezza che rasserena e dona pace (proprio quella della Verità, della bontà, della mitezza). Concludo, riguardo agli stimoli continui delle opere d’arte, citando Italo Calvino: “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.
Angelo
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