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Il povero è colpevole di essere povero. 

 

 

Non mi vergogno a dirlo, c’è stato un periodo nella mia vita, nella mia infanzia in cui avevo fame. Letteralmente fame. A quell’epoca il mio papà aveva perso il lavoro, mia mamma era incinta, costretta al letto perché aveva rischiato di perdere il bambino. Fu un momento davvero brutto. 

 

 

Ma sapete cosa ricordo? C’è una cosa che mi è rimasta impressa, che ricordo ancora come se fosse ieri: la vergogna. Si, perché se hai una malattia o se ti colpisce un lutto o qualsiasi altra disgrazia, puoi parlarne liberamente, ma se non hai i soldi per fare la spesa, lo devi nascondere. Io non capivo perché dovesse essere così. Fu soltanto quando incominciai a leggere, quando incominciai a studiare che capii che la povertà è sempre stata vista come una vergogna dal sistema. 

 

 

Ma cos’è il sistema? Il sistema è quella cosa che stabiliva che un plebeo, nato plebeo, dovesse morire plebeo, capii che un intoccabile indiano, un plebeo romano, un servo della gleba francese erano soltanto nomi diversi per parlare della stessa cosa, quella cosa che oggi fa ancora paura: la povertà. 

 

 

Il povero era considerato malvagio, indubbiamente malvagio, perché se la sorte non lo aveva favorito, doveva essere colpevole di avere un animo cattivo. Perfino dopo la morte i poveri andavano isolati. Pensate che nel cimitero degli Innocenti, a Parigi, la fossa dei poveri era in disparte, perché il corpo del povero non era ben accetto fra gli altri Cristiani. E sapete cosa mi fa più rabbia? Che erano sempre loro, i privilegiati a disprezzare i poveri, ad essersi serviti della filosofia, della religione, della morale per giustificare l’esistenza del povero. Per colpevolizzare la povertà. Se sei povero, te lo sei meritato. Dunque abbi vergogna della tua condizione. Possibile che in tutti questi anni non sia cambiato nulla? 

 

 

G.Middei

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Commenti

  • Wow... che Versi...

    Un saluto di Cuore a tutti.

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